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Mini guida al formato Mp3

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Quando ci si pone il problema di trasmettere tramite internet dati che non siano semplici testi o piccole immagini, subentra il problema della larghezza di banda, ovvero della capacità che ha la rete di trasmettere dati. Dunque per raggiungere lo scopo le alternative sono due: 1. Ampliare la banda del collegamento ad internet (e supportare i relativi costi). 2. Comprimere i dati. Ovviamente, è consigliabile la seconda opzione. E' da questa esigenza che nasce il formato mp3, un formato studiato appositamente per la diffusione della musica su internet e particolarmente adatto a chi, come la maggior parte degli italiani, utilizza una connessione piuttosto lenta. Un brano in MP3 può essere lungo fino a 12 volte meno di un brano non compresso, conservandone, almeno apparentemente, la stessa qualità. Tutto ciò è possibile grazie ad un sofisticato algoritmo di compressione che riesce ad eliminare tutti quei suoni che, pur appesantendo il file musicale, non vengono avvertiti dall'orecchio umano. Innumerevoli sono le applicazioni di questa tecnologia: si va dall'ascolto di brani su internet, alla creazione di CD lunghi 800 minuti, fino ad arrivare all'utilizzo dei moderni walkman senza cassette, in grado di tenere in memoria diversi minuti di musica. La qualità degli mp3 si misura in Kbit/s (kilobit per secondo). Ovviamente ad una maggiore quantità di Kbit/s corrisponde una migliore qualità del suono e, di pari passo, una superiore quantità di byte da scaricare.

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